#corriconme, la maratona dei diritti umani

È partita il 3 dicembre la maratona “Write for Rights”, la principale campagna dell’anno di Amnesty International. Nata nel 2001 come tentativo di raccogliere il maggior numero di firme in 24 ore, “Write for Rights” è cresciuta nel corso degli anni fino a coinvolgere, nel 2013, 2,3 milioni di persone in 140 paesi.

Quest’anno la campagna è dedicata a cinque casi: Moses Akatugba, torturato e condannato a morte; Daniel Quintero, torturato per aver manifestato pacificamente; John Jeanette Solstad Remo, Jeanette, discriminata per la sua identità di genere; Raif Badawi, in carcere per aver creato un sito web e la comunità di Bhopal contaminata dal gas tossico di una fabbrica.

È una corsa contro il tempo per la loro vita. Hanno bisogno di te.

FIRMA GLI APPELLI e condividi la tua esperienza sui social con l’hashtag #corriconme

Ragionevoli dubbi

C’era da aspettarselo, d’altra parte sarebbe stato folle pensare di uscirne con le idee chiare. Eppure pensavamo di essere un po’ preparate. Pensavamo, appunto.

Domenica 30 Novembre, formazione circoscrizionale con il coordinamento Lgbti a Verona.
Una giornata molto intensa, piena di ragionamenti.

Torni a casa ed hai in testa solo il sillogismo aristotelico. Cerchi di scavare nella memoria e poi ti aiuti cercando una definizione:
Sillogismo è un termine filosofico con cui Aristotele designò la forma fondamentale di argomentazione logica, costituita da tre proposizioni dichiarative connesse in modo tale che dalle prime due, assunte come premesse, si possa dedurre una conclusione.

Amalia Macrì

Amalia Macrì durante la presentazione

Hai gli appunti nella mano destra e il sillogismo nella mano sinistra per cercare di interpretare tutte le storie che ti hanno raccontato Amalia Macrì, Marco Tirozzi (coordinamento Lgbti di Amnesty Italia) e Laurella Arietti, attivista del movimento transessuale italiano e fondatrice sportello SAT (Sportello Accoglienza Trans).

Continui a ripetere nella tua testa le stesse domande:

Quanto le classificazioni in due generi possano rispecchiare così poco la realtà ed essere così irrispettose della varietà del genere umano?

Perché la vigente legge italiana permette a una persona transessuale di avere un documento che rispecchi la sua identità a patto che si sottoponga ad un’operazione chirurgica?

E perché se decido che voglio un corpo in linea con la mia identità sessuale devo farmi fare una diagnosi di disforia di genere?

Perché l’omosessualità è ancora considerata una malattia?

Perché le società hanno dimenticato di avere a che fare con le persone?

E poi il perché che segue un’affermazione che ha la forza di un paradosso, quando Laurella dice: “la cultura transessuale deve essere cambiata”.

Ma perché ?

Laurella fornisce una spiegazione con la lucidità e la calma di chi conosce profondamente queste dinamiche, probabilmente per la sua storia, probabilmente per tutte quelle che le hanno raccontato.

Allo stato attuale la cultura transessuale rappresenta la cartina al tornasole di una tendenza di analisi che si serve di canoni imposti da un’altra cultura che però non riconosce il transessualismo, e quindi non lo legittima.

Allora torni indietro col pensiero, ti ricordi del sillogismo e cerchi di applicarne una forma rudimentale per cercare di comprendere le sfumature del discorso. Qualcosa hai perso, questo è certo.
Allora: il transessualismo non esiste, perché io non lo legittimo, però per “normalizzarlo” (certo non per comprenderlo) applico degli stereotipi di genere (quelli che solitamente applico al genere istituzionale a cui queste persone penso si avvicinino), che mi aiutano a decodificare un fenomeno che però per me sostanzialmente non esiste (Aristotele, ti prego dacci una mano!).

Che conseguenza ha questa dinamica? Che io riconosco me stesso e il mio mondo solo attraverso uno strumento imposto da una cultura che non mi riconosce.

Praticamente un controsenso.

Amalia però poi chiude il cerchio affermando che le varianti naturali del comportamento umano, non sono una malattia, quindi non sono curabili. Semplicemente perché non c’è nulla da curare.

Guardi tutti i punti interrogativi che hai segnato sui tuoi appunti, dai la buonanotte ad Aristotele e capisci quanto sia importante il dubbio. Il dubbio rappresenta la base della conoscenza, dal dubbio nasce il rifiuto di regole preordinate. È dal dubbio che deve partire il nostro lavoro di cambiamento del tessuto sociale.

Grazie Amalia, grazie Marco, grazie Laurella per avercelo regalato.

francesca postiglione

Francesca Postiglione

Per approfondimenti:

www.amnesty.it/rete_lgbti

Francesca Postiglione

Gruppo 150 Amnesty International

Venerdì 28 novembre – Premiazione “Tutti nello stesso piatto”

TuttiNelloStessoPiatto2014

Stasera venerdì 28 novembre alle ore 22.00 al Teatro Sanbàpolis a Trento si svolgerà la premiazione dei vincitori della sesta edizione di Tutti nello stesso piatto, festival internazionale di cinema, cibo e biodiversità. Anche quest’anno il festival prevede il Premio Amnesty, che verrà assegnato al documentario che meglio affronta le tematiche legate ai diritti umani, in particolare i diritti economici, sociali e culturali.

Il gruppo di Trento di Amnesty International sarà presente per raccogliere firme su appelli in difesa dei diritti umani.

Tutti i dettagli e il programma sul sito del festival.

 

Buone Notizie – Novembre 2014 (4)

Prigionieri di coscienza – Iran

Grazie anche a una forte mobilitazione dell’opinione pubblica, delle federazioni di pallavolo e di molte squadre di volley italiane, il 23 novembre 2014 Ghoncheh Ghavami è stata rilasciata su cauzione. La ragazza, arrestata il 20 giugno per aver cercato di assistere alla partita Iran – Italia sfidando il divieto vigente nei confronti del pubblico femminile, era stata condannata a un anno di carcere per propaganda contro il sistema.

Guerra al terrore – USA

Il 6 novembre 2014 Fouzi Khalid Abdullah Al Awda, detenuto a Guantánamo dal 13 gennaio 2002 senza accusa né processo, è stato trasferito in Kuwait.

Giustizia – India

Con una decisione molto rara, il 12 novembre una corte marziale ha condannato cinque soldati all’ergastolo per l’esecuzione extragiudiziaria di tre uomini nel 2010 a Machil, stato di Jammu e Kashmir.

Pena di morte – USA

Il 13 novembre 2014 una corte d’appello del Texas ha commutato in ergastolo con possibilità di chiedere il rilascio dopo 40 anni la condanna a morte inflitta nel 2001 a Wayne Shuffield. La commutazione è stata decisa dopo che un compagno di cella di Shuffield ha ammesso di aver reso falsa testimonianza sull’entità del coinvolgimento di Shuffield in un triplice omicidio.

TDoR: l’espressione, il riconoscimento, la rassicurazione

Ieri, 20 Novembre, nella sala della Fondazione Caritro di Trento è stato celebrato il “Transgender Day of Remembrance” (TDoR), una ricorrenza della comunità LGBTQI per commemorare le vittime della transfobia.
In occasione del TDoR, la rete delle organizzazioni sensibili Trentino Alto Adige – Südtirol ha organizzato un incontro di presentazione del libro “Marina, noi, gli altri, gli animali” con ospite l’autrice Lucia Calzà.

Partendo dalla ricostruzione della vita di Marina (1914-1988), donna intersessuata vissuta per la maggior parte della vita in Trentino, Lucia Calzà affronta nel suo libro temi quali violenza di genere, emarginazione sociale e la lotta per il riconoscimento di genere.
Durante l’incontro, la scrittrice ha affermato che Marina librola stesura del libro si è rivelata uno strumento non solo per affrontare ed analizzare la propria esperienza, ma anche per confrontarsi personalmente con i temi trattati. “Marina” ha detto “non ha lottato, è sopravvissuta” in un epoca in cui la lotta per i diritti delle persone transessuali e intersessuali non esisteva, come non esisteva il confronto. Marina non ha mai cercato l’accettazione da parte degli altri vivendo ai margini della società perché “non voleva dare fastidio”, perché lei “non era stata fatta bene”.

La prima lotta di Lucia, invece, è stata proprio quella con se stessa, contro la fatica di accettarsi per come si è.

A continuazione, l’autrice ha sottolineato l’importanza della rassicurazione nella vita di qualsiasi persona, quella di essere riconosciuti. Perché vestirsi come una donna, che importanza ha l’aspetto? Le chiedono molti. L’apparenza non è un travestimento, ha spiegato, è l’espressione vera e sincera di come ci si riconosce, di come si vuole essere riconosciuti e l’espressione visiva della necessità di essere rassicurati e quindi legittimati dagli altri. Solo attraverso il riconoscimento del proprio genere, quello a cui ci si sente di far parte, è possibile raggiungere la serenità. Il tentativo di questo libro è quello di portare in orizzontale tutte le discriminazioni, tutte necessità di essere riconosciuti dagli altri.

Un incontro piacevole e illuminante, un positivo inizio di collaborazione con la Rete ELGBTQI* e un passo in avanti verso l’inclusione di quelle realtà minoritarie che non devono più occupare una posizione marginale nella nostra società.

Conclusioni in linea con la posizione di Amnesty International, che chiede di assicurare alle persone LGBTQI il diritto all’espressione della loro identità di genere o del loro orientamento sessuale, il diritto a una vita affettiva libera da interferenze e un equo accesso a tutti i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni e dagli standard internazionali in materia.

Amnesty International chiede di assicurare che gli atti dello stato civile e tutti i principali documenti siano modificabili al fine di rappresentare adeguatamente l’identità di genere, e che la scelta dell’identità di genere sia garantita per ciascuno.

Amnesty Trento era presente con l’azione urgente “Macedonia: divieto di matrimoni fra persone dello stesso sesso in attesa di approvazione” (www.amnesty.it/macedonia-divieto-matrimonio-gay). AI chiede al Ministro della Giustizia macedone di bloccare l’emendamento costituzionale XXXIII che, limitando il matrimonio a coppie di sesso opposto, discrimina esplicitamente le persone LGBTQI, che vivono o vorrebbero vivere un’unione nel pieno godimento del diritto alla famiglia e ai diritti sociali e riproduttivi associati al matrimonio.

Francesca Postiglione e Sofia Lanzinger
Gruppo 150 Trento

20 novembre 2014: Transgender Day of Remembrance

Giovedì 20 novembre alle ore 20 presso la sala conferenze della Fondazione Caritro, in via Calepina 1 a Trento, per il Transgender Day of Remembrance, giornata in ricordo delle vittime di transfobia, verrà presentato il libro di Lucia Calzà “Marina: noi, gli altri, gli animali” biografia di Marina e autobiografia di Lucia. Un libro con al centro il tema del rispetto di qualsiasi alterità.
L’iniziativa è organizzata dalla Rete ELGBTQI* del Trentino Alto Adige. Il gruppo di Amnesty International di Trento ha aderito all’iniziativa.
Saranno presenti l’autrice ed Elisa Bellè del Centro Studi interdisciplinari di Genere, che parlerà di violenza, genere e transfobia.
Il gruppo di Amnesty International di Trento sarà presente con un tavolino.

 

13 novembre 2014 – “Wangki”

Giovedì 13 novembre alle ore 21.15 al Teatro Sanbàpolis verrà proiettato il film “Wangki – Il silenzio delle sirene” di Joana de Freitas Ginori & Matteo Vieille Rivara. Il gruppo di Amnesty International di Trento sarà presente per raccogliere firme in difesa dei diritti umani.

Wangki è il fiume che separa l’Honduras dal Nicaragua, una terra di confine dell’America Centrale, dove vive il popolo Miskito. I protagonisti narrano le loro vite attraverso scorci di vita collettiva, flagelli ambientali, memorie della guerriglia, lotte per i diritti umani e conservazione delle tradizioni. Il film testimonia la battaglia quotidiana di coloro che credono che preservare l’equilibrio tra l’uomo e la natura sia l’unico modo per costruire il futuro. Cosa succede se le sirene del Wangki smettono di cantare?