DIRITTI UMANI NEGATI IN ITALIA: AMNESTY INTERNATIONAL INCONTRA L’UNIVERSITÀ

Mercoledì 29 maggio dalle ore 17 alle 19.30, al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento (mappa), si terrà l’evento Diritti umani negati in Italia: Amnesty incontra l’Università. L’iniziativa vuole essere un’occasione di approfondimento e riflessione su alcune delle tematiche più attuali riguardanti i diritti umani nel nostro Paese, tematiche sulle quali società civile e politica sono chiamate a confrontarsi e a prendere posizione e si articolerà in due momenti.

17.00-18.00 WORKSHOP:

  • Violenza di genere e femminicidio: Relatrice: Alessia Donà, ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale di Trento
  • Orientamento sessuale: pregiudizi e discriminazione: Relatori: Fabio Fasoli, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova, e Simone Sulpizio, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia e Scienza Cognitive di Trento
  • Carceri e situazione dei detenuti: Relatrice: Antonia Menghini, ricercatrice presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento

I workshop si focalizzeranno su tre delle tematiche presenti nell’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia recentemente lanciata da Amnesty International. I workshop serviranno a fornire gli elementi basilari sulle tre tematiche, puntando a un coinvolgimento attivo dei partecipanti.

18.00-19.30 TAVOLA ROTONDA

La tavola rotonda verrà aperta da Paolo Pobbiati, attualmente vice presidente di Amnesty International Sezione Italiana, che parlerà di L’attività di Amnesty International in Italia: cosa puoi fare tu, e proseguirà sviluppando gli spunti emersi nel corso dei workshop.

Tutti i momenti dell’iniziativa sono basati sono un’attiva partecipazione del pubblico, da cui dipenderà il successo dell’evento. Vi aspettiamo numerosi!

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Qui sotto la locandina

locandina 29 maggio

 

Spettacolo tetrale “Valjean” in scena al Teatro San Marco di Trento.

Il 20 aprile alle ore 20.30 è andato in scena al Teatro San Marco di Trento lo spettacolo teatrale “Valjean” di Fulvio Crivello, Sandro Cuccuini e Fabrizio Rizzolo, liberamente ispirato al romanzo Les miserables di Victor Hugo. Lo spettacolo ha concluso una giornata dedicata alla riflessione su carcere e società, che era iniziata in mattinata con un convegno dal titolo “Quale carcere per l’attuale emergenza”, ospitato nella sede di Trento della Fondazione Bruno Kessler. La giornata è stata organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trento. In occasione dei due eventi era disponibile il Catalogo della Mostra fotografica “VIA PILATI – sguardioltre” con immagini del Carcere di Via Pilati a Trento.

Amnesty International era presente nell’atrio del teatro per raccogliere firme su due azioni urgenti in tema con l’argomento della serata. Il primo caso riguarda una persona detenuta nelle carceri israeliane, al momento in sciopero della fame, a cui si chiede vengano garantite cure mediche urgenti oppure l’immediata liberazione. Il secondo caso riguarda una prigioniera di coscienza detenuta in Bahrein, di cui si chiede l’immediato rilascio.

Lo spettacolo, in forma di musical, nasce come progetto socio-culturale, e si pone come obiettivo la narrazione di una storia di redenzione, la lotta di un uomo che stoicamente combatte un destino avverso. Nella storia, Jean Valjean è un recluso condannato ai lavori forzati, che viene coinvolto in una rissa e, invece di evadere quando ne ha la possibilità, si ferma ad aiutare un secondino, salvandogli la vita. Questo suo eroico gesto gli vale la grazia e la conseguente scarcerazione, ma la sua vita è ormai segnata dalla terribile esperienza del carcere. Realizzato grazie alla collaborazione con I Provveditorati alle Carceri Italiane e il Ministero della Giustizia, lo spettacolo è stato rappresentato anche negli istituti penitenziari italiani, per mostrare ai detenuti quanto importante sia la determinazione in fase di riscatto personale. Dopo aver riscosso ampio consenso di critica ed entusiastiche recensioni nelle sue prime 32 repliche nel Nord Italia, lo spettacolo è stato vivamente apprezzato anche dal numeroso pubblico trentino.

I testi degli appelli sono disponibili qui:

Israele: detenuto in sciopero della fame in pericolo di vita
Bahrein: Zainab al-Khawaja condannata per “oltraggio a ufficiale”

Brevissime note sul libro “Il buio dietro di me” di Damien Echols

“Il buio dietro di me” è un libro autobiografico che parla della vicenda di Damien Echols, uomo ingiustamente condannato a morte nel 1994 assieme a due amici, Jason Baldwin e Jessie Missekelley (a cui vennero inflitte però pene detentive e non quella capitale), per l’orrendo omicidio di tre bambini. Dopo un lungo percorso giudiziario (il caso diverrà noto come quello dei “West Memphis Three”) e grazie anche all’appoggio della moglie Lorri Davis, conosciuta e sposata quando già in carcere, e di personaggi noti del mondo della musica (Eddie Vedder e Marilyn Manson tra gli altri) e dello spettacolo (Johnny Depp, Peter Jackson e non solo), verrà con gli altri due liberato nel 2011 (a mezzo, fra l’altro, di un vergognoso stratagemma legale).

buiodietrodimeLa storia viene narrata in prima persona e racconta della vita del protagonista sin dalla sua infanzia, pur con frequenti sbalzi temporali che non stonano affatto, ma, anzi, aiutano a ricollegare le varie vicende e a ricostruire i perversi meccanismi che possono portare un innocente a finire dietro le sbarre con gravissime ed infamanti accuse. E così succede di passare da momenti riguardanti la vita carceraria, della quale vengono raccontati sopraffazione e squallore, ad altri relativi alla crescita di Damien in un ambiente privo di affetti e di significative relazioni sociali e, per contro, segnato da una progressiva emarginazione e dallo stigma dovuto ad un carattere sempre più ribelle e controcorrente. Tutti elementi che, ovviamente, diventeranno rilevanti quando si troverà ad essere incastrato in un meccanismo giudiziario quantomeno discutibile.

L’esposizione è caratterizzata da uno stile discontinuo, che certo può rendere più faticosa la lettura, ma in maniera efficace rappresenta i differenti stati d’animo che attraversano Damien a seconda delle vicende narrate, in particolar modo laddove rabbia e frustrazione comprensibilmente si fanno sentire. Sì che poco spazio alla fine viene lasciato al perdono e alla conciliazione.

Così come emerge tristemente e con tutta evidenza come il fattore economico (spesso, purtroppo, rilevante e, di conseguenza, gravissima quanto ingiusta fonte di discriminazioni nell’efficienza delle difese nei processi) risulterà anche in questo caso decisivo, visto che sarà solo grazie all’intervento delle star dello spettacolo, che contribuiranno a fornire le necessarie risorse agli avvocati, se si potranno affrontare esami, come quello del DNA, costosissimi (si parla di milioni di dollari), ma alla fine determinanti per scagionare i condannati.

Il libro contiene, in coda, un breve, ma utile ed esaustivo, riassunto della vicenda giudiziaria, dal quale emergono con evidenza tutte le assurdità e le storture, la carenza di elementi di prova che hanno purtroppo portato comunque alla condanna di tre innocenti a pene così gravi e ad una così lunga, quanto ingiusta, detenzione.

Se ne consiglia, quindi, la lettura in quanto utile strumento di riflessione sugli effetti distorti cui può portare un sistema giudiziario nel quale discriminazione e fattori economici risultano essere sovente decisivi, a maggior ragione qualora sia in ballo la pena di morte, che, anche da questo punto di vista, risulta essere strumento da condannare.

Francesco Bridi