Sentinelle del cielo

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Il romanzo di Urania.

Negli anni ’50 le sentinelle del cielo erano personaggi da libro di fantascienza che, grazie ai loro poteri straordinari, riuscivano a scoprire in largo anticipo i pericoli per l’umanità che provenivano dagli spazi siderali. Le sentinelle del cielo del giorno d’oggi sono invece i satelliti di osservazione terrestre. Meno esoterici ma in grado, grazie ai progressi della scienza, di registrare immagini di grande qualità e dettaglio.

Queste immagini, se correttamente interpretate, possono servire a scoprire violazioni dei diritti umani in zone altrimenti inaccessibili. Amnesty International ha utilizzato le immagini da satellite, ormai disponibili liberamente in diversi archivi digitali, per monitorare la situazione dei diritti umani in diverse aree a rischio del mondo e indirizzare quindi in modo più efficace la sua azione in quelle aree.

Ad esempio, nel 2006 il progetto Eyes on Darfur ha utilizzato la tecnologia satellitare per evidenziare le distruzioni dei villaggi avvenute in Darfur, attraverso il confronto delle immagine registrate prima e dopo le atrocità.

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Un campo di prigionia in Corea del Nord.

Le immagini satellitari sono state anche utili per scoprire gulag a cielo aperto in Corea del Nord. In base alle immagini satellitari e alle testimonianze raccolte, Amnesty ha denunciato l’espansione di questi luoghi “di rieducazione”, costruiti all’apparenza per sembrare normali villaggi o piccole cittadine, ma dove, invece, tortura, fame, stupro ed esecuzioni sono usati quotidianamente contro decine di migliaia di detenuti.

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Un quartiere di N’Djamena, capitale del Chad, nel gennaio 2008 (sinistra) e novembre 2008 (destra). © 2009 DigitalGlobe.

Infine, ricordiamo la scoperta in Ciad degli sgomberi forzati di decine di migliaia di persone e le susseguenti demolizioni di intere aree urbane effettuate arbitrariamente dal governo. In questo caso le immagini satellitari ad alta risoluzione hanno integrato le informazioni raccolte dai ricercatori di Amnesty che hanno visitato i sobborghi di N’Djamena, la capitale del paese. Sebbene le immagini da sole non fossero sufficienti ad evidenziare se una demolizione fosse stata eseguita legalmente o no, esse sono state usate dai ricercatori di Amnesty per individuare le zone delle demolizioni, e quindi come guida per raccogliere testimonianze dirette dei fatti avvenuti. Testimonianze che, in molti casi, hanno confermato che gli sgomberi erano illegali e in violazione della legge del Chad e degli standard internazionali sui diritti umani.

Queste sono alcune delle applicazioni per la difesa dei diritti umani delle scientifiche sentinelle del cielo dei giorni nostri. Nel prossimo post su Scienza e Diritti Umani cambieremo argomento e andremo a vedere come la statistica è stata usata per “pescare” le prove del genocidio in Guatemala.

Floriano Zini (@FlorianoZini)

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