Vicenza Pride

Per il Vicenza Pride abbiamo deciso di unire le forze partecipando come Circoscrizione Veneto e Trentino Alto Adige, oltre che come singoli gruppi.
Essere presenti è stata realmente una gioia.
Non si può descrivere la felicità che abbiamo provato nell’osservare le strade del centro riempite da un corteo così differente dall’immagine stereotipata dei Pride. Se non altro per l’incredibile presenza di bambini, ed stato commovente realizzare che non tutti quei bambini erano figli di famiglie omogenitoriali. Sabato 15 Giugno a Vicenza è stata la manifestazione della normalità a stupire, così lontana da tutto ciò che continua ad essere detto e scritto sui Pride.
Quando si viene a sapere che a Vicenza hanno organizzato una contromanifestazione e una messa riparatrice in contemporanea con il corteo, mi sono venute in mente le parole pronunciate da Christiane Tabiura, ministro della giustizia francese,“non vorrete farci credere che non avete alcuna conoscenza della diversità delle famiglie in questo paese?”
Come si fa a definire civile un paese che non riconosce a persone dello stesso sesso il diritto di sposarsi, di avere figli e di essere riconosciuti come una famiglia?
Amnesty International continua a ricordare che l’Italia non ha una legislazione adeguata che prevenga e contrasti la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. L’Italia non riconosce il matrimonio civile per persone dello stesso sesso e non garantisce pari diritti ai figli nati da famiglie omogenitoriali.
Oltre alla grande partecipazione e alla soddisfazione di aver preso parte ad un evento così importante, resta ferma nella mente l’incontro con due madri dell’associazione Famiglie Arcobaleno che ci presentano il loro bambino; orgogliose ci dicono:“Questo è l’ultimo nato del Triveneto!” e dalla carrozzina spuntano due occhi azzurri.
Ed è in quel momento che il tuo lavoro acquista ancora più senso, perché sai che la felicità di quella famiglia dipende anche da te. E fino a quando il governo e il parlamento italiano non si preoccuperanno di tutelare quella famiglia, lo farai tu.
E noi attivisti di Amnesty International eravamo lì  anche per questo.

Francesca Postiglione

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