Recensione di “La scuola delle mogli”

Venerdì 7 marzo, il circolo ACLI di Besenello, che quest’anno festeggia i 40 anni, ha organizzato una serata nella quale il gruppo teatrale TNT ha messo in scena il noto testo di Moliere “La scuola delle mogli”. La commedia pone particolare attenzione all’universo femminile e all’immagine stereotipata che il mondo maschile di allora aveva della donna: il personaggio Arnolfo esalta Agnese, la donna di cui si dice innamorato, perché una meraviglia “di onesta e pudica ignoranza”, una donna sottomessa al suo padrone (uomo, naturalmente); ma Agnese, grazie alla propria sensibilità, intelligenza e capacità di amare, riuscirà a vivere liberamente le proprie scelte e a rivendicare la propria dignità.
Grazie a una brillante, vivace e coinvolgente interpretazione di tutti gli attori e alla regia di Dora Fronza, il testo di Moliere è stato reinterpretato in modo autentico e coinvolgente: non solo ironico e divertente, ma anche capace di far riflettere sull’attuale condizione della donna.
Allo spettacolo erano presenti gli attivisti del gruppo di Amnesty International di Trento che hanno presentato la campagna promossa da Amnesty International Italia in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, per fermare la violenza contro le donne.
L’appello di Amnesty (disponibile anche online www.amnesty.it/fermiamo-violenza-contro-donne) chiede che il governo italiano si impegni concretamente a stare dalla parte delle donne, realizzando un piano di sensibilizzazione che coinvolga le scuole e i media, garantendo una prospettiva di genere in tutte le leggi dello stato, dando completa attuazione alla legge n. 119/2013 affinché le donne che denunciano le violenze non subiscano ulteriori conseguenze, assicurando le risorse finanziarie ai centri antiviolenza e ai rifugi di emergenza e permettendo un effettivo accesso alla giustizia anche alle donne migranti, incoraggiandole a denunciare episodi di violenza.
Le firme raccolte a sostegno dell’appello verranno inviate al presidente del Consiglio, al presidente del Senato e alla presidente della Camera. E’ inoltre possibile sostenere Amnesty International nella sua campagna inviando un sms al numero 45599 da qualsiasi cellulare per donare 1 euro oppure chiamare lo stesso numero da rete fissa per donare 2/5 euro (l’iniziativa è valida fino al 16 marzo).
Ricordiamo che ogni anno, in Italia, oltre 100 donne vengono uccise per mano di un uomo. In circa la metà dei casi il responsabile è il partner o l’ex partner e solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla donna.
Una donna è “poco più di un animale domestico” dice Arnolfo nell’opera di Moliere: alla luce di queste statistiche le sue parole sono molto più drammatiche di quanto la commedia stessa non sia.
L’“amore” di Arnolfo è, grazie a Moliere, una ridicola forma di gelosia e possesso, ma nella realtà, ancora oggi, la violenza contro le donne, nella maggior parte dei casi, nasce dal bisogno maschile di affermare il proprio potere, considerando la donna un possesso, una cosa e non una persona, privandola della sua libertà d’esistere fino a toglierle la vita.
Per questo è necessario parlare del femminile e dei diritti delle donne, dare loro voce, spazio, possibilità di affermazione. Tanto più se può accadere che, durante lo spettacolo, alle seguenti battute dell’attore (Vito Basiliana, che interpretava efficacemente un bisbetico e arrogante Arnolfo) “padrone onnipotente è colui che porta i pantaloni”, l’uomo è “la metà suprema”, la donna è “subalterna”, qualcuno tra il pubblico (sempre un uomo, naturalmente) ha urlato “Bravo! Bravo!”: solo un complimento all’attore? Oppure una strana forma di rivendicazione che avvicina il pubblico maschile moderno al Signore del Ceppo, l’Arnolfo del ‘600?
Non lo sappiamo, ma nel dubbio, ci interroghiamo.
Quel che è certo è che la commedia del gruppo TNT è piaciuta molto a un pubblico attento divertito e partecipe che ha concretamente aiutato tutte le donne d’Italia con donazioni libere e sottoscrivendo, numeroso, l’appello di Amnesty.

Francesca Di Gennaro

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