Un “rifugio” per i diritti umani

Questa volta abbiamo voluto cimentarci in una “escursione” sul Monte Stivo, per dimostrare che la difesa dei diritti umani può benissimo arrivare anche in alta quota! Grazie all’ospitalità di Matteo Calzà, simpatico gestore del rifugio “P. Marchetti”, sabato 20 luglio 2013 abbiamo allestito una serata di luna piena (beh, la luna piena c’era a prescindere) comprensiva di cena e proiezione di un film patrocinato da Amnesty: “The Road to Guantánamo”. Attrezzati di tutto l’occorrente (striscione, magliette, appello per la chiusura di Guantánamo e … DVD!) siamo partiti da Malga Campo (Drena, località Luch) sotto il sole generoso della montagna, arrivando sani e salvi e in perfetta tabella di marcia dopo 2 ore di cammino agli oltre 2000 metri della nostra destinazione.

Nonostante non si sia presentato il “pienone” (alla serata hanno partecipato una ventina di persone), l’evento è stato accolto con grande partecipazione e interesse. Abbiamo iniziato con un’ottima cena: minestra di orzetto e verdure, polenta e gulasch, formaggio alla piastra, crauti e fagioli, senza dimenticare un po’ di vino rosso. Poi abbiamo dato inizio alla proiezione di “The road to Guantánamo”, il film documentario diretto da Michael Winterbottom e Mat Whitecross che ha vinto il premio per la miglior regia al festival di Berlino del 2006. Il film narra la storia vera di quattro giovani inglesi di origini pachistane che, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, partono per la loro terra di origine in occasione del matrimonio di uno di loro. Arrivati in Pakistan vengono convinti a partire per l’Afghanistan per aiutare la popolazione in difficoltà. Tre di loro (in quarto viene ucciso durante un bombardamento) vengono catturati dall’esercito statunitense e accusati di appartenere ad Al Qaeda. Trasferiti segretamente nel carcere di Guantànamo Bay verranno sottoposti a terribili interrogatori, torture e trattamenti inumani, per essere rilasciati più di due anni dopo senza che fosse formulata alcuna accusa contro di loro.

Il film testimonia una situazione inaccettabile che prosegue dal 2002, da quando il carcere di Guantánamo (come altre strutture, ad esempio Bagram in Afghanistan) ospita presunti terroristi islamici (166 in questo momento) in condizioni di deprivazione e violazione dei diritti umani e in stato di detenzione illegale, senza alcuna accusa chiara e formale. L’Amministrazione Obama ha ribadito più volte, l’ultima appena due mesi fa, la necessità di chiudere il centro di detenzione di Guantánamo Bay, senza che finora si siano fatti passi risolutivi in questa direzione. Alcuni detenuti (molti rinchiusi dal 2002) hanno iniziato uno sciopero della fame nel febbraio scorso, per denunciare il peggioramento delle condizioni di detenzione e le perquisizioni arbitrarie nelle celle.  Con l’appello presentato e fatto sottoscrivere durante la serata, Amnesty International chiede l’immediata chiusura del centro di detenzione, ed esorta le autorità americane a intraprendere dei processi giusti ed equi in corti federali, invece di abbandonare i prigionieri in uno stato di detenzione illegale a tempo indeterminato.

Al termine della serata, mentre uno di noi è rimasto in rifugio a dormire, il gruppo di attiviste è stato riaccompagnato a valle dalla chiara luce di luna piena e …. dalle piacevoli canzoni di due giovani coristi di montagna, che speriamo vengano ancora a trovarci in uno dei nostri prossimi eventi!

Arianna Pisetti

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