Discriminazione, sgomberi, segregazione, violenza: i rom in Europa di Riccardo Noury

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Discriminazione | “Riguarda l’Europa. Riguarda te”. Questo è lo slogan ufficiale del 2013, Anno europeo dei cittadini.

Circa la metà dei 10-12 milioni di rom che vivono in Europa si trova nei paesi dell’Ue.

Otto famiglie rom su 10 sono a rischio povertà. Solo un rom su sette ha terminato le scuole di secondo grado. A livello dei singoli stati membri, le comunità rom si collocano al di sotto di quasi tutti gli indici di sviluppo sui diritti umani.

No, l’Europa non riguarda i rom. Va detto un’altra volta ancora, all’ennesima vigilia della Giornata internazionale dei rom e dei sinti che si celebrerà lunedì 8 aprile.

Lo dice il fatto che a distanza di oltre un decennio dall’adozione della Direttiva sull’uguaglianza razziale del 2000 e di quattro anni dall’entrata in vigore della Carta dei diritti fondamentali, mai una volta la Commissione europea ha ritenuto di dover avviare qualche azione a sostegno dei diritti dei rom.

Che l’Europa non riguardi i rom, lo pensano anche alcuni cittadini degli stati membri.

In un sondaggio effettuato nel 2012, il 34 per cento degli europei riteneva che i cittadini dei loro paesi si sarebbero sentiti a disagio, e il 28 per cento “mediamente a loro agio” se i loro bambini avessero avuto dei rom come compagni di classe.

In Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, dal gennaio 2008 al luglio 2012, vi sono stati oltre 120 attacchi gravi contro i rom e le loro proprietà, tra cui sparatorie, accoltellamenti e lanci di bombe Molotov.

Gli sgomberi forzati continuano a costituire la regola, e non l’eccezione in molti paesi europei, tra cui Francia, Italia e Romania. L’istruzione è segregata in Grecia, Repubblica Ceca e Slovacchia, in contrasto con le leggi nazionali ed europee che proibiscono la discriminazione razziale.

Ecco la situazione, nel dettaglio, in alcuni paesi:

In Bulgaria si stima che i rom siano 750.000, il 9,94 per cento della popolazione. Più del 70 per cento dei rom dei centri urbani vive in quartieri segregati. In 14 attacchi contro persone rom e/o loro proprietà, portati a segno tra settembre 2011 e luglio 2012, sono morte almeno tre persone e altre 22, tra cui una donna incinta e due minori, sono rimaste ferite.

I circa 200.000 rom presenti nella Repubblica Ceca costituiscono l’1,9 per cento della popolazione. Più o meno un terzo (dalle 60.000 alle 80.000 persone) vive in 330 insediamenti per soli rom, all’interno dei quali la disoccupazione è superiore al 90 per cento. I bambini e le bambine rom costituiscono il 32 per cento del totale di coloro che sono assegnati a scuole per “alunni con lieve disabilità mentale” e che seguono programmi scolastici ridotti. Nel corso degli attacchi violenti verificatisi tra il gennaio 2008 e il luglio 2012 sono stati uccisi almeno cinque rom e almeno 22, tra cui tre minorenni, sono rimasti feriti.

In Francia vivono circa 500.000 traveller, molti dei quali cittadini francesi. Vi sono poi altri 15.000 – 20.000 rom provenienti da Bulgaria e Romania. I migranti rom dei campi e degli insediamenti informali sono oggetto di sgomberi forzati e di espulsione verso i paesi d’origine. Nel 2012 sono stati eseguiti 11.803 sgomberi, l’80 per cento dei quali aventi caratteristiche di sgombero forzato. Ieri, ce n’è stato un altro, che ha coinvolto oltre 200 persone. Solo il 10 per cento dei rom ha completato gli studi secondari.

Dei circa 750.000 rom residenti in Ungheria, il 7,49 per cento della popolazione, solo il 20 per cento ha un’istruzione superiore al primo grado, rispetto alla media nazionale del 67 per cento. Solo lo 0,3 per cento ha conseguito un diploma universitario. Tra gennaio 2008 e settembre 2012, vi sono stati 61 episodi di violenza contro i rom e le loro proprietà, che hanno causato la morte di nove persone, tra cui due minorenni, e decine di feriti, 10 dei quali in modo grave.

I circa 150.000 rom, sinti e caminanti presenti in Italia costituiscono lo 0,25 per cento della popolazione del paese. Le comunità rom comprendono persone provenienti da altri paesi dell’Ue (soprattutto la Romania) e dai paesi dell’ex Jugoslavia, un numero imprecisato di apolidi e circa un 50 per cento di cittadini italiani. Solo il 3 per cento è costituito da gruppi itineranti. Oltre un quarto dei rom presenti in Italia, circa 40.000 persone, vive in campi, informali o autorizzati ma comunque a rischio di sgombero forzato. Negli ultimi sei anni, a Roma e a Milano, ne sono stati eseguiti oltre 1000, quasi uno al giorno e nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di sgomberi forzati. Il 51 per cento della popolazione italiana ritiene che la società non trarrebbe beneficio dalla migliore integrazione dei rom.

In Romania si stima vivano 1.850.000 rom, l’8,63 per cento della popolazione. Circa l’80 per cento dei rom vive in povertà e quasi il 60 per cento risiede in comunità segregate e senza accesso ai servizi pubblici essenziali. Il 23 per cento delle famiglie rom (su una media nazionale del 2 per cento) subisce multiple privazioni relative all’alloggio, tra cui il mancato accesso a fonti d’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari così come l’assenza di titoli comprovanti la proprietà dei loro alloggi.

I circa 490.000 rom presenti in Slovacchia costituiscono il 9,02 per cento della popolazione. Un terzo dei bambini e delle bambine rom, il 36 per cento, si trova in classi segregate per soli rom, il 12 per cento è assegnato a scuole speciali. Nello spazio di una generazione, il numero degli alunni rom assegnati alle scuole speciali è più o meno raddoppiato. Tra il gennaio 2008 e il luglio 2012 vi sono stati 16 attacchi contro i rom o le loro proprietà: cinque rom sono stati uccisi e altri 10 feriti.

In Slovenia i rom sono circa 8500 e costituiscono lo 0,41 per cento della popolazione. A differenza della percentuale nazionale che arriva quasi al 100 per cento, i rom che vivono nel 20-30 per cento degli insediamenti nel sud-est del paese sono privi di accesso all’acqua. Mentre i litri d’acqua per uso personale sono in media 150 al giorno (con punte del doppio nei centri urbani), alcune famiglie rom hanno accesso solo a 10 – 20 litri d’acqua a persona.

Sul sito di Amnesty International Italia, è online da stamattina un appello indirizzato alla Commissaria europea per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, Viviane Reding, per chiederle di porre fine alla discriminazione nei confronti dei rom nell’Ue.

Nei prossimi giorni si svolgeranno numerose iniziative, organizzate sia da Amnesty International che dall’Associazione 21 luglio, in Italia e in Europa.

La foto che apre questo post è di Fulvia Vitale.

(Corriere della sera)

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