Il Parlamento del Maryland vota l’abolizione della pena di morte

Il 15 marzo 2013 la Camera dei Delegati del Maryland ha approvato la legge che abolisce la pena di morte. Questa approvazione segue quella da parte del Senato dello Stato. A questo punto la legge passa all’esame del Governatore Martin O’Malley che quasi sicuramente la firmerà, facendo del Maryland il 18esimo stato degli USA ad abbandonare la pena capitale, e il sesto stato in 6 anni a passare tra gli abolizionisti. Questa decisione è stata il culmine di una lunga campagna, iniziata negli anni Ottanta, durante la quale Amnesty International – in coalizione con altri gruppi – ha sempre giocato un ruolo fondamentale. Il Maryland aveva reintrodotto la pena capitale nel 1978, 2 anni dopo che la Corte Suprema degli USA aveva reso nuovamente legale la pena di morte con la sentenza Gregg v. Georgia del 1976. Il Maryland ha eseguito la prima condanna a morte in base alla nuova legge nel 1994 e l’ultima (delle 5 totali) nel 2005. Tutti e 5 i condannati uccisi, e tutti e 5 quelli attualmente nel braccio della morte, sono stati condannati per aver ucciso dei bianchi, nonostante il fatto che oltre tre quarti delle vittime di omicidio siano persone di colore. A parte la chiara disparità razziale nella sua applicazione, nel corso degli anni sono diventati evidenti gli eccessivi costi della pena di morte, la possibilità di mandare a morte degli innocenti e il fatto che la pena di morte è in realtà “più dannosa” per i parenti delle vittime. Una parte importante nel sostenere l’approvazione della legge l’ha avuta il Governatore O’Malley a cui Amnesty International chiederà adesso di commutare le 5 condanne a morte pendenti in modo che il Maryland sia completamente libero dalla pena di morte. Amnesty International ricorderà al Governatore O’Malley anche la sua promessa di stanziare fondi per sostenere le famiglie delle vittime di omicidio.
(tradotto e adattato dal blog USA di Amnesty International)

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